RIMANI SALDO E GUARDA

Non voglio essere frainteso: il nostro Dio è un padre dolce e amorevole. C'è un tempo per piangere, un tempo per dar sfogo alle nostre paure. E proprio ora molti che fanno parte del corpo di Cristo sono sopraffatti dalle paure per il futuro e su come riuscire a farcela.
Essendo pastore da molti anni, non ho mai preso alla leggera questo argomento. Spesso ho pregato: “Signore, stai chiedendo che il Tuo popolo gioisca quando non ha lavoro e anche se stanno perdendo le loro case? Sono nella disperazione a causa della loro sofferenza. Non riescono a cantare. Non riesci ad essere un po' più tollerante con loro?”
In tutto il vangelo vediamo il Signore rimproverare i Suoi discepoli per la loro incredulità, dicendo: “Dov'è la vostra fede?” (Luca 8:25). È una scena che si ripete più e più volte. E nel Vecchio Testamento, tornando al Mar Rosso quando i figli d'Israele si andarono a lamentare dal loro leader, credo che il Signore non rimproverò Mosè quando gli chiese: “Perché ti rivolgi a Me?” (leggere Esodo 14:15). Piuttosto, Dio non accetta di essere insultato dalla gente. Il popolo insinuò che Dio stesse permettendo la loro distruzione per mano dei loro nemici. E Lui si sentì offeso dalle loro accuse.
Quando ci sentiamo feriti dobbiamo gridare al Signore. Quando siamo angosciati per una situazione dobbiamo pregare, “Signore, aiutami!” Dobbiamo portare a lui il nostro dolore e la nostra delusione, perché Lui desidera ascoltarci. E dopo che abbiamo aperto a Lui il nostro cuore, Egli vuole rialzarci in fede, aiutarci ad affrontare la nostra prova e proclamare: “Non posso fare nulla da solo. Dio è la mia forza. Quindi, non avrò paura. Starò fermo e vedrò la salvezza che il Signore compirà” (leggere Esodo 14:13).