RACCOGLIERE CON GIOIA
“Infine venne anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: "Signore, io sapevo bene che tu sei un uomo aspro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; perciò ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra; ecco te lo restituisco". E il suo signore rispondendo, gli disse: "Malvagio e indolente servo, tu sapevi che io mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso…Toglietegli dunque il talento e datelo a colui che ha i dieci talenti…E gettate questo servo inutile nelle tenebre di fuori. Lì sarà il pianto e lo stridor di denti” (Matteo 25:24-26, 28, 30). Chi è questo servo pigro e malvagio e perché fu gettato nelle tenebre?
Innanzitutto, si trattava di un servo di Dio che era controllato da un peccato segreto. Gesù lo definì servo malvagio, che qui denota il male o qualcosa di sinistro. Sebbene sia associato a un circolo di servi impegnati, fruttuosi e gioiosi, c’è qualcosa di nascosto e inconfessato in quest’uomo. Egli dichiara di conoscere il Signore (“sapevo bene che tu sei un uomo aspro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso”), ma aveva sviluppato una visione distorta del Signore, a causa del peccato non abbandonato. Egli dice, “Sei un uomo duro”, che equivale a dire, “Ti aspetti troppo da me; non posso vivere all’altezza delle Tue richieste di servizio!”
É il peccato nel cuore che fa dire, “É troppo duro per me!” Il cuore arreso, d’altro canto, diviene libero e l’obbedienza non è più un peso. Per il cuore arreso, è tutta gioia. “Quelli che seminano con lacrime, mieteranno con canti di gioia. Ben va piangendo colui che porta il seme da spargere, ma tornerà con canti di gioia portando i suoi covoni” (Salmo 126:5-6).
Un ministro una volta ascoltò una delle nostre registrazioni e disse a un suo amico, “Nessuno può vivere così! Tutti commettono degli errori. Non puoi vivere così puramente come loro predicano!” Lo vedeva come un messaggio duro.
Mi chiedo perché.
Innanzitutto, si trattava di un servo di Dio che era controllato da un peccato segreto. Gesù lo definì servo malvagio, che qui denota il male o qualcosa di sinistro. Sebbene sia associato a un circolo di servi impegnati, fruttuosi e gioiosi, c’è qualcosa di nascosto e inconfessato in quest’uomo. Egli dichiara di conoscere il Signore (“sapevo bene che tu sei un uomo aspro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso”), ma aveva sviluppato una visione distorta del Signore, a causa del peccato non abbandonato. Egli dice, “Sei un uomo duro”, che equivale a dire, “Ti aspetti troppo da me; non posso vivere all’altezza delle Tue richieste di servizio!”
É il peccato nel cuore che fa dire, “É troppo duro per me!” Il cuore arreso, d’altro canto, diviene libero e l’obbedienza non è più un peso. Per il cuore arreso, è tutta gioia. “Quelli che seminano con lacrime, mieteranno con canti di gioia. Ben va piangendo colui che porta il seme da spargere, ma tornerà con canti di gioia portando i suoi covoni” (Salmo 126:5-6).
Un ministro una volta ascoltò una delle nostre registrazioni e disse a un suo amico, “Nessuno può vivere così! Tutti commettono degli errori. Non puoi vivere così puramente come loro predicano!” Lo vedeva come un messaggio duro.
Mi chiedo perché.