PRENDERE IL PECCATO ALLA LEGGERA

Il profeta Ezechiele ci offre una vivida illustrazione di quanto accade a chi prende alla leggera il proprio peccato. In questo racconto, i settanta anziani di Giuda andarono da Ezechiele per ricevere una parola da parte del Signore. Questi uomini erano tutti al servizio nel tempio, e nel radunarsi col profeta per adorare, Ezechiele ricevette una visione incredibile:

“Mentre ero seduto in casa mia e gli anziani di Giuda stavano seduti di fronte a me, la mano del Signore, l'Eterno, cadde in quel luogo su di me. Io guardai, ed ecco una figura di uomo dall'aspetto di fuoco; da ciò che sembravano i suoi lombi in giù pareva di fuoco…splendente come il colore di bronzo incandescente. Egli stese una forma di mano e mi afferrò per una ciocca dei miei capelli, e lo Spirito mi sollevò fra terra e cielo e mi trasportò in visioni di Dio a Gerusalemme” (Ezechiele 8:1-3).

Lo Spirito Santo cadde su quella radunanza e del fuoco santo riempì quel luogo di luce: “Ed ecco, là era la gloria del Dio d'Israele” (verso 4). Ogni qualvolta l’ardente presenza di Dio appare in un incontro, il peccato viene sempre portato alla luce. All’improvviso, il profeta vide che le menti di quegli uomini erano ripiene di “…ogni sorta di rettili e di bestie abominevoli” (verso 10). Sta qui descrivendo fortezze demoniache, esseri malvagi. E quesiti si erano infiltrati nella casa di Dio attraverso il ministero!

I settanta anziani se ne stavano là seduti, calmi e placidi, apparentemente adoratori alla ricerca di guida da parte del Signore. In verità, invece, stavano coprendo del peccato nascosto. Erano passati per tutto il procedimento dell’adorazione esteriore del ministero del tempio, quando in realtà tutti loro appartenevano a una società segreta di adoratori del sole. Avevano impiegato prostitute nel tempio come parte del rituale di culto, questi presunti uomini pii prendevano parte alla fornicazione.

Peggio ancora, questi uomini non erano convinti della loro terribile idolatria. Si erano convinti che Dio ammiccasse alla loro idolatria. Davide era pesantemente aggravato dal suo peccato, ma questi settanta anziani non sentivano alcuna freccia di convinzione, nessuna perdita di forza fisica, nessun dolore emotivo. Piuttosto, erano ingannati da quello che Mosè definiva una “falsa pace”.

“E non avvenga che alcuno, ascoltando le parole di questo giuramento, in cuor suo faccia propria una benedizione, dicendo: "Avrò pace, anche se camminerò secondo la caparbietà del mio cuore", come se l'ebbro potesse essere incluso al sobrio” (Deuteronomio 29:19).

In altre parole: “una persona ingannata è come un ebbro: ha perso ogni capacità di discernere. Non riesce nemmeno a distinguere fra sete e ubriachezza”.