PER NOSTRA ISTRUZIONE
L’intero libro del Deuteronomio è costituito da un singolo discorso di Mosè, pronunciato poco prima della sua morte. Questo discorso fu un ripasso dei quarant’anni che Israele aveva trascorso vagando nel deserto e Mosè lo pronunciò alle nuove generazioni d’israeliti.
A quel tempo, il popolo s’era stabilito presso Kadesh-Barnea, un luogo importante nella loro storia. Si trovavano al confine con Canaan, la terra promessa, lo stesso luogo in cui i loro padri si erano trovati trentotto anni prima. Era inoltre il luogo in cui Dio aveva impedito a quella precedente generazione di entrare nella terra promessa. A eccezione di Giosuè e Caleb, vennero tutti rimandati nel deserto a vagare, finché tutta quella generazione non vi morì.
Ora, Mosè ricordava alla nuova generazione la storia dei loro padri. Voleva che sapessero esattamente perché la precedente generazione era morta come ribelli disperati agli occhi di Dio. Mosè li esortò a imparare dai tragici errori dei genitori, dicendo:
“Conoscete la storia dei vostri padri. Erano un popolo chiamato, eletto e unto da Dio, ma persero la visione. Il Signore li amava tanto da sostenerli e condurli fra le Sue braccia, volta dopo volta. Eppure, continuarono incessantemente a mormorare e lamentarsi contro Lui, recandogli dolore.
“Infine, la pazienza di Dio giunse alla fine. Vide che erano dediti all’incredulità e non c’era nulla che Egli potesse fare per cambiare la loro mentalità. Nessun miracolo da Lui compiuto poté persuaderli appieno della Sua fedeltà e bontà. I loro cuori erano come granito, così Dio disse loro, ‘Nessuno di voi entrerà nella Mia terra promessa. Piuttosto, voltatevi e tornate nel deserto’”.
Che parole potenti. Mosè, tuttavia, non stava solo parlando a una nuova generazione d’israeliti. Si stava anche indirizzando a ogni generazione di credenti a venire, inclusi noi oggi. Come tutti i racconti veterotestamentari, anche questo fu scritto per noi: “Or tutte queste cose avvennero loro come esempio, e sono scritte per nostro avvertimento, per noi, che ci troviamo alla fine delle età” (1 Corinzi 10:11).
A quel tempo, il popolo s’era stabilito presso Kadesh-Barnea, un luogo importante nella loro storia. Si trovavano al confine con Canaan, la terra promessa, lo stesso luogo in cui i loro padri si erano trovati trentotto anni prima. Era inoltre il luogo in cui Dio aveva impedito a quella precedente generazione di entrare nella terra promessa. A eccezione di Giosuè e Caleb, vennero tutti rimandati nel deserto a vagare, finché tutta quella generazione non vi morì.
Ora, Mosè ricordava alla nuova generazione la storia dei loro padri. Voleva che sapessero esattamente perché la precedente generazione era morta come ribelli disperati agli occhi di Dio. Mosè li esortò a imparare dai tragici errori dei genitori, dicendo:
“Conoscete la storia dei vostri padri. Erano un popolo chiamato, eletto e unto da Dio, ma persero la visione. Il Signore li amava tanto da sostenerli e condurli fra le Sue braccia, volta dopo volta. Eppure, continuarono incessantemente a mormorare e lamentarsi contro Lui, recandogli dolore.
“Infine, la pazienza di Dio giunse alla fine. Vide che erano dediti all’incredulità e non c’era nulla che Egli potesse fare per cambiare la loro mentalità. Nessun miracolo da Lui compiuto poté persuaderli appieno della Sua fedeltà e bontà. I loro cuori erano come granito, così Dio disse loro, ‘Nessuno di voi entrerà nella Mia terra promessa. Piuttosto, voltatevi e tornate nel deserto’”.
Che parole potenti. Mosè, tuttavia, non stava solo parlando a una nuova generazione d’israeliti. Si stava anche indirizzando a ogni generazione di credenti a venire, inclusi noi oggi. Come tutti i racconti veterotestamentari, anche questo fu scritto per noi: “Or tutte queste cose avvennero loro come esempio, e sono scritte per nostro avvertimento, per noi, che ci troviamo alla fine delle età” (1 Corinzi 10:11).