LO SPIRITO DI GIOIA E CELEBRAZIONE

“Poi Nehemia disse loro: «Andate, mangiate cibi squisiti e bevete vini dolci, e mandatene porzioni a chi non ha nulla di preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore nostro. Non rattristatevi, perché la gioia dell'Eterno è la vostra forza». I Leviti tenevano zitto tutto il popolo, dicendo: «Tacete, perché questo giorno è santo. Non rattristatevi!». Allora tutto il popolo andò a mangiare, a bere, a mandar porzioni ai poveri e a festeggiare con grande esultanza perché avevano compreso le parole che erano state loro spiegate” (Nehemia 8:10-11).

Ovunque l’amore per la Parola di Dio sia stato ristorato e ne sia conseguito il ravvedimento, arriva sempre una grande ondata di gioia e celebrazione. Ma oggi c’è un tipo di falsa gioia e falsa celebrazione: è la celebrazione di sé stessi e l’idolatria – il danzare intorno al vitello d’oro! Abbiamo bisogno di grande discernimento per conoscere la differenza fra la vera gioia del ravvedimento e la falsa gioia dell’idolatria.

Mosè e Giosuè scesero dal monte con un grande grido nel campo: “Ma egli rispose: «Questo non è né un grido di vittoria…il clamore che io odo è di gente che canta»” (Esodo 32:18). Stavano gridando, cantando e danzando e Mosè sapeva sin dall’inizio che proveniva dalla carne. Sapeva che erano un popolo ribelle dal collo duro, pieno di lussuria, fornicazione, nudità e sensualità. Era il grido dell’idolatria.

Riesci a vedere la differenza? Se non c’è predicazione della Legge per convincere di peccato – se non c’è pianto o facce a terra - se non c’è amore per la Parola di Dio che rimprovera – se non c’è ravvedimento – allora non c’è grido spirituale, non ci sono canti santi! Potresti restare intrappolato nel canto dell’idolatria.

Perché c’era una tale felicità, uno spirito di festa e gioia nel risveglio riportato in Nehemia? “Perché avevano compreso le parole che erano state loro spiegate” (Nehemia 8:12). In altre parole, essi discernettero e presero a cuore la Parola; obbedirono!