PERCHÉ SEGUIAMO GESÙ?
Giovanni 6 per me contiene uno dei passi più duri della Scrittura, perché parla di seguaci che finiscono per rifiutare Cristo e allontanarsene. È una scena in cui le persone lasciarono letteralmente Gesù in massa (cfr. Giovanni 6:66).
Gesù aveva appena sfamato miracolosamente una folla di migliaia di persone. La gente era stupita ed emozionata da quanto aveva fatto, era pronta a seguire questo Messia operatore di prodigi. Quando Lui però li sfidò sul vero motivo per il quale Lo seguivano, Lo derisero e se ne andarono in massa.
Alla base di questo passo c’è una domanda per tutti coloro che avrebbero seguito Cristo: “Chi ha il controllo della tua vita, tu o Gesù?” Permettiamo a Dio di avere una direzione totale delle nostre vite? Oppure cerchiamo di stabilire da noi stessi ciò che Dio vuole per noi?
Ogni cristiano affronta subito tale domanda nel proprio cammino col Signore. Sin dall’inizio avviene una battaglia in noi, uno scontro di due culture in guerra tra loro. Innanzitutto, c’è la cultura esterna del mondo, che pressa costantemente, “Che beneficio ne puoi trarre?” Poi c’è la cultura del regno di Dio, che chiede, “Come puoi servire il Signore e il tuo prossimo?”
Gesù aveva già predicato che il regno di Dio era all’opera nel mondo: “Il regno di Dio è vicino” (Marco 1:15). In altre parole: “Il regno di Dio è presente fra voi”. La maggior parte degli uditori di Cristo quel giorno aveva una mentalità mondana. Erano guidati principalmente da quanto potessero ricavare per sé stessi. Quando Gesù si fece avanti per offrire benedizioni, essi Lo circondarono, dicendo, “Certo, se mi provvederai ogni cosa, Ti seguirò. Se guarirai i membri malati della mia famiglia e risponderai alle mie preghiere sì, assolutamente, sarò Tuo discepolo”.
Ma cosa succede all’impegno di fede se queste cose non succedono per noi? Quanto siamo consacrati a Gesù quando ci rendiamo conto che Egli non è solo il nostro “assistente” personale? Le stesse persone che in questa scena erano solerte a seguire Cristo furono altrettanto veloci a rifiutarlo. Deluse, se ne andarono, abbandonandolo.
Gesù sapeva che questo sarebbe successo. Ecco perché in seguito a un grande miracolo per quelle moltitudini, Egli le affrontò: “In verità, in verità vi dico che voi mi cercate non perché avete visto segni, ma perché avete mangiato dei pani e siete stati saziati” (Giovanni 6:26). Vale lo stesso per noi oggi? Seguiamo Gesù principalmente per le Sue benedizioni o perché è il Signore?
Gesù aveva appena sfamato miracolosamente una folla di migliaia di persone. La gente era stupita ed emozionata da quanto aveva fatto, era pronta a seguire questo Messia operatore di prodigi. Quando Lui però li sfidò sul vero motivo per il quale Lo seguivano, Lo derisero e se ne andarono in massa.
Alla base di questo passo c’è una domanda per tutti coloro che avrebbero seguito Cristo: “Chi ha il controllo della tua vita, tu o Gesù?” Permettiamo a Dio di avere una direzione totale delle nostre vite? Oppure cerchiamo di stabilire da noi stessi ciò che Dio vuole per noi?
Ogni cristiano affronta subito tale domanda nel proprio cammino col Signore. Sin dall’inizio avviene una battaglia in noi, uno scontro di due culture in guerra tra loro. Innanzitutto, c’è la cultura esterna del mondo, che pressa costantemente, “Che beneficio ne puoi trarre?” Poi c’è la cultura del regno di Dio, che chiede, “Come puoi servire il Signore e il tuo prossimo?”
Gesù aveva già predicato che il regno di Dio era all’opera nel mondo: “Il regno di Dio è vicino” (Marco 1:15). In altre parole: “Il regno di Dio è presente fra voi”. La maggior parte degli uditori di Cristo quel giorno aveva una mentalità mondana. Erano guidati principalmente da quanto potessero ricavare per sé stessi. Quando Gesù si fece avanti per offrire benedizioni, essi Lo circondarono, dicendo, “Certo, se mi provvederai ogni cosa, Ti seguirò. Se guarirai i membri malati della mia famiglia e risponderai alle mie preghiere sì, assolutamente, sarò Tuo discepolo”.
Ma cosa succede all’impegno di fede se queste cose non succedono per noi? Quanto siamo consacrati a Gesù quando ci rendiamo conto che Egli non è solo il nostro “assistente” personale? Le stesse persone che in questa scena erano solerte a seguire Cristo furono altrettanto veloci a rifiutarlo. Deluse, se ne andarono, abbandonandolo.
Gesù sapeva che questo sarebbe successo. Ecco perché in seguito a un grande miracolo per quelle moltitudini, Egli le affrontò: “In verità, in verità vi dico che voi mi cercate non perché avete visto segni, ma perché avete mangiato dei pani e siete stati saziati” (Giovanni 6:26). Vale lo stesso per noi oggi? Seguiamo Gesù principalmente per le Sue benedizioni o perché è il Signore?