CRISTIANESIMO “CAPITALISTICO”
L’America sta testimoniando di un “Cristianesimo capitalistico”. L’obiettivo non è più la crescita spirituale, ma l’espansione in numeri, proprietà, finanze. Il giudizio di Gesù alla chiesa di Laodicea si applica a molte chiese oggi: “Non vi rendete conto di cosa vi sia successo. La vostra cecità vi ha fatto diventare tiepidi e non lo vedete nemmeno. Pensate ancora di essere ferventi per Me” (cfr. Apocalisse 3:15-17).
A Efeso, il peccato della chiesa era di aver perso intimità con Gesù. A Tiatira, era la mancanza di discernimento, il flirtare con la fornicazione spirituale. Ora, a Laodicea, vediamo il peccato peggiore di tutti: aver perso il senso di bisogno di Cristo.
Il tutto si conclude nella nudità. Gesù accusa i laodiceani della loro condizione di nudità: “Non far apparire così la vergogna della tua nudità” (3:18). Il termine greco per nudità qui significa “spogliato di risorse”. Vedi, Dio riserva le proprie risorse per coloro che dipendono da Lui, che fanno affidamento su di Lui per i propri bisogni. Quali sono queste risorse? Sono vere ricchezze spirituali: la Sua forza, la Sua potenza operante miracoli, la Sua guida divina, la Sua presenza manifesta.
Immagina una congregazione che siede comoda durante un culto di un’ora. Questi cristiani ascoltano un breve sermone su come gestire gli stress della vita, poi tutti velocemente fuori dalla porta. Non avvertono alcun senso di contrizione o bisogno davanti a Gesù. Non avvertono il bisogno di essere scossi o convinti da un messaggio toccante. Non si grida, “Signore scioglimi, spezzami. Solo Tu puoi soddisfare la mia fame”.
Dov’è lo zelo che avevano prima? Questi credenti una volta erano solerti nell’andare a chiesa, studiare la Parola di Dio, disporre i propri cuori alla luce investigatrice dello Spirito. Ora invece pensano di essere cresciuti e di aver superato tutto questo. Hanno limitato il proprio cristianesimo alle domeniche mattina – a una religione di tiepidezza.
Gesù amava così tanto il pastore di Laodicea e la sua congregazione da dire loro che avrebbe fatto sorgere in loro il bisogno di queste risorse: “Io riprendo e castigo tutti quelli che amo; abbi dunque zelo e ravvediti” (3:19). La Sua mano amorevole era giunta per castigarli e Lo fece creando in loro il bisogno di invocare la Sua potenza e il Suo aiuto. Cristo oggi ci parla usando le stesse parole. Ci sta dicendo, proprio come disse ai laodiceani: “Si tratta di cenare con Me. Si tratta di rispondere alla porta quando busso. E vi sto chiamando a venire a Me e cenare con Me. Io ho tutto ciò di cui avete bisogno. La vostra comunione con Me vi dona ciò che vi serve per continuare nel ministero. Tutto deve derivare dal nostro tempo insieme”.
A Efeso, il peccato della chiesa era di aver perso intimità con Gesù. A Tiatira, era la mancanza di discernimento, il flirtare con la fornicazione spirituale. Ora, a Laodicea, vediamo il peccato peggiore di tutti: aver perso il senso di bisogno di Cristo.
Il tutto si conclude nella nudità. Gesù accusa i laodiceani della loro condizione di nudità: “Non far apparire così la vergogna della tua nudità” (3:18). Il termine greco per nudità qui significa “spogliato di risorse”. Vedi, Dio riserva le proprie risorse per coloro che dipendono da Lui, che fanno affidamento su di Lui per i propri bisogni. Quali sono queste risorse? Sono vere ricchezze spirituali: la Sua forza, la Sua potenza operante miracoli, la Sua guida divina, la Sua presenza manifesta.
Immagina una congregazione che siede comoda durante un culto di un’ora. Questi cristiani ascoltano un breve sermone su come gestire gli stress della vita, poi tutti velocemente fuori dalla porta. Non avvertono alcun senso di contrizione o bisogno davanti a Gesù. Non avvertono il bisogno di essere scossi o convinti da un messaggio toccante. Non si grida, “Signore scioglimi, spezzami. Solo Tu puoi soddisfare la mia fame”.
Dov’è lo zelo che avevano prima? Questi credenti una volta erano solerti nell’andare a chiesa, studiare la Parola di Dio, disporre i propri cuori alla luce investigatrice dello Spirito. Ora invece pensano di essere cresciuti e di aver superato tutto questo. Hanno limitato il proprio cristianesimo alle domeniche mattina – a una religione di tiepidezza.
Gesù amava così tanto il pastore di Laodicea e la sua congregazione da dire loro che avrebbe fatto sorgere in loro il bisogno di queste risorse: “Io riprendo e castigo tutti quelli che amo; abbi dunque zelo e ravvediti” (3:19). La Sua mano amorevole era giunta per castigarli e Lo fece creando in loro il bisogno di invocare la Sua potenza e il Suo aiuto. Cristo oggi ci parla usando le stesse parole. Ci sta dicendo, proprio come disse ai laodiceani: “Si tratta di cenare con Me. Si tratta di rispondere alla porta quando busso. E vi sto chiamando a venire a Me e cenare con Me. Io ho tutto ciò di cui avete bisogno. La vostra comunione con Me vi dona ciò che vi serve per continuare nel ministero. Tutto deve derivare dal nostro tempo insieme”.