IMPORTANTE PER GESÙ E PER IL SUO REGNO
Nonna Carosso, la madre di mia moglie Gwen, è morta all’età di novantacinque anni. Era una donna di preghiera, silenziosa e senza pretese.
Dopo essersene andata col Signore, io e Gwen abbiamo trovato nel suo armadio una scatola piena di matrici di assegni, raccolti in tanti anni. Nonna Carosso aveva speso poco per sé stessa, ma quei libretti mostravano che aveva sostenuto dei missionari per tanti anni. Mandava piccole somme per volta: cinque, sei, dieci dollari.
Per tutto quel tempo, nonna Carosso pensava di non aver fatto molto nell’opera del regno. Diceva di non avere talenti, ministeri, ma era importante per Gesù e per il Suo regno come i tanti missionari sostenuti negli anni coi suoi doni, fatti con sacrificio.
Quando il nostro benedetto Signore ricompenserà quei meravigliosi missionari da lei sostenuti, nonna Carosso condividerà tutti i bottini delle loro vittorie spirituali ottenute in prima linea. Ricorda cosa disse Gesù della povera vedova che gettò due spiccioli nell’offerta: “In verità io vi dico che questa povera vedova ha gettato più di tutti gli altri” (Luca 21:3). La vedova aveva dato tutto ciò che aveva.
Mia moglie Gwen rimaneva a casa quando io, per anni, viaggiavo per evangelizzare in prima linea. Gwen è molto simile alla madre: silenziosa, senza pretese e molto devota alla famiglia. In quegli anni in cui viaggiavo per il mondo, nel ministero, ero quasi sempre lontano da casa. Gwen doveva restare a casa per badare ai nostri quattro figli; lei c’era sempre quando tornavano a casa da scuola, c’era sempre quando esprimevano un bisogno.
Quando tornavo dai miei viaggi, Gwen gioiva con me per i racconti delle numerose anime vinte a Cristo, o dei drogati e gli alcolizzati guariti. Non poteva però andare a compiere quell’opera di persona.
Molte volte ho sentito mia moglie dire, “Non so predicare o cantare. Non sono una scrittrice. Mi sembra di fare poco, se non niente, per il Signore”. Ma Gwen capì che la sua chiamata era di essere moglie e madre fedele (e, alla fine, nonna).
Nello scrivere questo messaggio, ho detto a mia moglie: “Quel giorno, in cui starò davanti a Gesù, se sono stato usato per vincere anime o far sorgere opere buone per piacergli, se ci sarà una qualche ricompensa per me, Gwen, tu ne parteciperai allo stesso modo”.
Dopo essersene andata col Signore, io e Gwen abbiamo trovato nel suo armadio una scatola piena di matrici di assegni, raccolti in tanti anni. Nonna Carosso aveva speso poco per sé stessa, ma quei libretti mostravano che aveva sostenuto dei missionari per tanti anni. Mandava piccole somme per volta: cinque, sei, dieci dollari.
Per tutto quel tempo, nonna Carosso pensava di non aver fatto molto nell’opera del regno. Diceva di non avere talenti, ministeri, ma era importante per Gesù e per il Suo regno come i tanti missionari sostenuti negli anni coi suoi doni, fatti con sacrificio.
Quando il nostro benedetto Signore ricompenserà quei meravigliosi missionari da lei sostenuti, nonna Carosso condividerà tutti i bottini delle loro vittorie spirituali ottenute in prima linea. Ricorda cosa disse Gesù della povera vedova che gettò due spiccioli nell’offerta: “In verità io vi dico che questa povera vedova ha gettato più di tutti gli altri” (Luca 21:3). La vedova aveva dato tutto ciò che aveva.
Mia moglie Gwen rimaneva a casa quando io, per anni, viaggiavo per evangelizzare in prima linea. Gwen è molto simile alla madre: silenziosa, senza pretese e molto devota alla famiglia. In quegli anni in cui viaggiavo per il mondo, nel ministero, ero quasi sempre lontano da casa. Gwen doveva restare a casa per badare ai nostri quattro figli; lei c’era sempre quando tornavano a casa da scuola, c’era sempre quando esprimevano un bisogno.
Quando tornavo dai miei viaggi, Gwen gioiva con me per i racconti delle numerose anime vinte a Cristo, o dei drogati e gli alcolizzati guariti. Non poteva però andare a compiere quell’opera di persona.
Molte volte ho sentito mia moglie dire, “Non so predicare o cantare. Non sono una scrittrice. Mi sembra di fare poco, se non niente, per il Signore”. Ma Gwen capì che la sua chiamata era di essere moglie e madre fedele (e, alla fine, nonna).
Nello scrivere questo messaggio, ho detto a mia moglie: “Quel giorno, in cui starò davanti a Gesù, se sono stato usato per vincere anime o far sorgere opere buone per piacergli, se ci sarà una qualche ricompensa per me, Gwen, tu ne parteciperai allo stesso modo”.