EGLI È PAZIENTE
L’apostolo Pietro ci dice che c’è un motivo se Gesù ancora non è ritornato. Egli scrive, “Il Signore non ritarda l'adempimento della sua promessa, come alcuni credono che egli faccia, ma è paziente…non volendo che alcuno perisca, ma che tutti vengano a ravvedimento” (2 Pietro 3:9). Il nostro Signore abbonda in pazienza verso gli empi.
Personalmente, resto meravigliato dalla pazienza di Dio con noi in questa generazione. Il declino morale è grave persino per gli osservatori secolari. Anche se cerchi di mantenere una coscienza pulita, la mente si riempie dei tanti resoconti della malvagità che accade ogni giorno. Alcuni cose sono tanto vili quanto incomprensibili: omicidi nelle scuole, abusi di minori, omosessualità militante, atrocità indicibili.
Spesso i nostri cuori gridano, “Signore, quando sarà fatta giustizia? Quando porterai gli operatori d’iniquità a giudizio?” Ci chiediamo perché Dio aspetti tanto per affrontare l’indicibile malvagità così crescente oggi. Immaginiamo la scena dei malfattori finalmente in ginocchio davanti al Signore, davanti alla Sua santità.
Pietro però dice che Gesù ora non si concentra sul giudizio, nemmeno per il peggiore dei peccatori. Piuttosto, il nostro Signore si preoccupa della misericordia. Egli è paziente verso il peggiore dei malfattori e attende di mostrare misericordia ad ogni peccatore impenitente, corteggiandolo e rincorrendolo.
“Poiché dunque tutte queste cose devono essere distrutte, come non dovreste voi avere una condotta santa e pia, mentre aspettate e affrettate la venuta del giorno di Dio, a motivo del quale i cieli infuocati si dissolveranno e gli elementi consumati dal calore si fonderanno? Ma noi, secondo la sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abita la giustizia. Perciò, carissimi, aspettando queste cose, fate in modo di essere trovati da lui immacolati e irreprensibili, in pace” (3:11-14, corsivo mio).
Possiamo trascorrere i nostri giorni preoccupati dai segni dei tempi, in Medio Oriente o altrove, ma Dio dice, “Guarda il tuo cuore. Sii certo di essere diligente nell’osservare la Mia Parola”. Paolo aggiunge, “Così dunque ognuno di noi renderà conto di se stesso a Dio” (Romani 14:12). Egli poi ci avverte di non giudicare gli altri e di stare attenti a non divenire pietra d’inciampo per un fratello e farlo cadere.
Personalmente, resto meravigliato dalla pazienza di Dio con noi in questa generazione. Il declino morale è grave persino per gli osservatori secolari. Anche se cerchi di mantenere una coscienza pulita, la mente si riempie dei tanti resoconti della malvagità che accade ogni giorno. Alcuni cose sono tanto vili quanto incomprensibili: omicidi nelle scuole, abusi di minori, omosessualità militante, atrocità indicibili.
Spesso i nostri cuori gridano, “Signore, quando sarà fatta giustizia? Quando porterai gli operatori d’iniquità a giudizio?” Ci chiediamo perché Dio aspetti tanto per affrontare l’indicibile malvagità così crescente oggi. Immaginiamo la scena dei malfattori finalmente in ginocchio davanti al Signore, davanti alla Sua santità.
Pietro però dice che Gesù ora non si concentra sul giudizio, nemmeno per il peggiore dei peccatori. Piuttosto, il nostro Signore si preoccupa della misericordia. Egli è paziente verso il peggiore dei malfattori e attende di mostrare misericordia ad ogni peccatore impenitente, corteggiandolo e rincorrendolo.
“Poiché dunque tutte queste cose devono essere distrutte, come non dovreste voi avere una condotta santa e pia, mentre aspettate e affrettate la venuta del giorno di Dio, a motivo del quale i cieli infuocati si dissolveranno e gli elementi consumati dal calore si fonderanno? Ma noi, secondo la sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abita la giustizia. Perciò, carissimi, aspettando queste cose, fate in modo di essere trovati da lui immacolati e irreprensibili, in pace” (3:11-14, corsivo mio).
Possiamo trascorrere i nostri giorni preoccupati dai segni dei tempi, in Medio Oriente o altrove, ma Dio dice, “Guarda il tuo cuore. Sii certo di essere diligente nell’osservare la Mia Parola”. Paolo aggiunge, “Così dunque ognuno di noi renderà conto di se stesso a Dio” (Romani 14:12). Egli poi ci avverte di non giudicare gli altri e di stare attenti a non divenire pietra d’inciampo per un fratello e farlo cadere.