AMBIZIONI RELIGIOSE
“Se qualcuno pensa di avere di che confidare, io ne ho molto di più: sono stato circonciso l'ottavo giorno, sono della nazione d'Israele, della tribù di Beniamino, Ebreo di Ebrei; quanto alla legge, fariseo, quanto allo zelo, persecutore della chiesa; quanto alla giustizia che è nella legge, irreprensibile” (Filippesi 3:4-6).
Paolo fu un uomo che poté dire, “Una volta ero qualcuno. Tutti i miei coetanei, inclusi i miei compagni farisei, mi stimavano molto. Ero fariseo fra i farisei, ero in ascesa ed ero considerato un uomo pio, un insegnante efficace della legge. Avevo una reputazione nel mio paese ed ero irreprensibile agli occhi della gente. Ma quando Cristo mi ha afferrato è cambiato tutto. La lotta, la competizione – tutto ciò che pensavo potesse dare significato alla mia vita – è stato deposto. Mi sono reso conto che avevo completamente messo il Signore da parte”.
Paolo prima pensava che le sue ambizioni religiose – lo zelo, lo spirito competitivo, le opere, l’operosità – fossero tutte giuste. Pensava fosse tutto per la gloria di Dio. Ora Cristo gli stava rivelando che era solo carne, solo ego.
Così, Paolo affermò, “Ho messo da parte ogni desiderio di successo e riconoscimento e ho deciso di essere un servo”.
“Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti, per guadagnarne il maggior numero” (1 Corinzi 9:19).
Paolo capì che Gesù assunse la vita di un servo. Egli era il Figlio di Dio, eppure aveva il cuore di servo. Allo stesso modo, Paolo sapeva che anche lui era stato fatto figlio di Dio, mediante il sacrificio di Cristo alla croce. Ma, come Gesù, anche lui desiderava essere un figlio col cuore di servo. Decise così di diventare schiavo di Cristo e della Sua Chiesa.
Amato, anche io so di essere un figlio di Dio. Eppure, come Paolo, voglio il cuore di servo che ebbe Cristo. “Abbiate in voi lo stesso sentimento che già è stato in Cristo Gesù” (Filippesi 2:5). Avere la mente di Cristo significa andare al di là della teologia. Significa sottomettere la propria volontà per caricarsi delle preoccupazioni di Gesù.
Paolo fu un uomo che poté dire, “Una volta ero qualcuno. Tutti i miei coetanei, inclusi i miei compagni farisei, mi stimavano molto. Ero fariseo fra i farisei, ero in ascesa ed ero considerato un uomo pio, un insegnante efficace della legge. Avevo una reputazione nel mio paese ed ero irreprensibile agli occhi della gente. Ma quando Cristo mi ha afferrato è cambiato tutto. La lotta, la competizione – tutto ciò che pensavo potesse dare significato alla mia vita – è stato deposto. Mi sono reso conto che avevo completamente messo il Signore da parte”.
Paolo prima pensava che le sue ambizioni religiose – lo zelo, lo spirito competitivo, le opere, l’operosità – fossero tutte giuste. Pensava fosse tutto per la gloria di Dio. Ora Cristo gli stava rivelando che era solo carne, solo ego.
Così, Paolo affermò, “Ho messo da parte ogni desiderio di successo e riconoscimento e ho deciso di essere un servo”.
“Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti, per guadagnarne il maggior numero” (1 Corinzi 9:19).
Paolo capì che Gesù assunse la vita di un servo. Egli era il Figlio di Dio, eppure aveva il cuore di servo. Allo stesso modo, Paolo sapeva che anche lui era stato fatto figlio di Dio, mediante il sacrificio di Cristo alla croce. Ma, come Gesù, anche lui desiderava essere un figlio col cuore di servo. Decise così di diventare schiavo di Cristo e della Sua Chiesa.
Amato, anche io so di essere un figlio di Dio. Eppure, come Paolo, voglio il cuore di servo che ebbe Cristo. “Abbiate in voi lo stesso sentimento che già è stato in Cristo Gesù” (Filippesi 2:5). Avere la mente di Cristo significa andare al di là della teologia. Significa sottomettere la propria volontà per caricarsi delle preoccupazioni di Gesù.